Visita gli Spazi del Teatro Comunale
Percorriamo le tappe storiche del Comunale,
visitandolo virtualmente insieme!
Il fuoco, che nel 1745 distrusse il ligneo Teatro Malvezzi, dà inizio alla storia del maggiore teatro d’opera bolognese. Dopo l’incendio la città commissionò ad Antonio Galli Bibiena, membro di una famosa famiglia di architetti e scenografi teatrali, la costruzione del nuovo teatro.
Quasi vent’anni dopo, il 14 Maggio 1763 il Teatro Comunale di Bologna apre le porte al pubblico con la prima esecuzione de Il trionfo di Celia di Christoph Willibald Gluck.
Il teatro, una delle prime realizzazioni in muratura e strutturalmente fedele al progetto originale di Antonio Galli Bibiena, è situato in una zona nevralgica del tessuto urbano e racchiude in sé peculiarità uniche. Scopriamole insieme.
L'ingresso del Comunale su Piazza Verdi
Il Teatro si affaccia su Piazza Verdi, alle porte della zona universitaria. Testimonianza storica della volontà, da parte delle amministrazioni bolognesi, di rendere stanziali i luoghi di arte e cultura.
Il Foyer Respighi
In Foyer spiccano subito le due targhe dedicate ai maestri Verdi e Wagner.
In questo Teatro infatti, nel novembre 1871, Giuseppe Verdi assistette alla rappresentazione di Lohengrin del rivale e antagonista Wagner.
La Sala Bibiena
La Sala Bibiena, che prende il nome da Antonio Galli da Bibiena, presenta una caratteristica forma a “campana”, ideata per ottimizzarne l’acustica. Questa curvatura “eufonica” a campana della pianta procurò tuttavia aspre critiche al suo creatore, fino al punto di obbligarlo ad attenuarne l’accento nel progetto definitivo.
La metà del Settecento fu un momento di grande trasformazione per i teatri; si andava abbandonando la pianta a U caratteristica dei primi teatri settecenteschi, diventavano edifici in muratura, sempre più monumentali, sempre più capienti e capaci di autorappresentarsi nel panorama urbano.
Il Dietro le Quinte
Seguendo un percorso “normale” per gli edifici storici, anche il Comunale è stato rimaneggiato a più riprese: i lavori più importanti ebbero luogo negli anni 1818-1820; negli anni 1931-1935 con l’immediata ricostruzione del palcoscenico distrutto da un incendio nel 1931 e il completamento della facciata; infine tra il 1980 e il 1981, quando il Comunale ha subito un importante intervento di consolidamento e restauro ovviando a gravi rischi di stabilità dovuti all’intervento vorace di colonie di tarli sulle travi interne alla struttura degli ordini dei palchi.
Il Sottoplatea
Non tutti sanno che appena sotto la platea del Teatro si cela uno spazio nel quale è collocato da secoli un meccanismo ligneo unico nel suo genere. Si tratta di un meccanismo destinato ad elevare la platea al livello del palcoscenico in occasione dei veglioni da ballo. Fu realizzato durante i primi importanti lavori di adattamento subiti dal Teatro Comunale, tra il 1818 e il 1820.
Il meccanismo, progettato da Filippo Ferrari nei primi dell’ 800 ed entrato in funzione nel 1820, consentiva il sollevamento della platea a livello del palcoscenico. Grazie a questa macchina era infatti possibile ottenere la continuità del piano calpestabile fra sala e palcoscenico, incrementando notevolmente la capienza finale. L’opera rientrava in un progetto di rinnovamento tecnico del teatro, in concorrenza con il nuovo Teatro del Corso aperto a Bologna nel 1805.
L’apparato è tuttora intatto, anche se non più utilizzabile, ed è composto da macchine di sollevamento (argano, leve, ruote e paranco) e organi flessibili (funi di canapa). Una vera e propria opera ingegneristica.